Dieta Mediterranea a Buckingham Palace . I prodotti campani consigliati da Michelle Obama
SALERNO - Il futuro re d'Inghilterra avrà nel suo sangue blu un po' di Cilento. Fagioli, carciofi, verdure incontaminate provenienti dall'ultimo lembo della Campania che si affaccia sul Tirreno, finiranno nei piatti della sua augusta e futura mamma che, a quanto pare, non vuole mangiare altro. Kate Middleton ha sciolto la riserva e con la sua decisione ha annunciato indirettamente, al mondo intero, che è incinta. «Sulla mia tavola solo Dieta mediterranea», ha detto. La conferma è arrivata ieri dall'edizione inglese della rivista Marie Claire: «Rifiuta di mangiare cibi grassi, come accaduto nell'ultimo viaggio in Danimarca, durante il quale non ha voluto del burro d'arachidi». Il settimanale patinato ha confermato l'indiscrezione di una settimana fa pubblicata a caratteri cubitali in prima pagina dall'«Us Magazine».
Secondo i bene informati a corte, cibi cardine della ferrea alimentazione di Kate saranno il carciofo bianco di Pertosa, i fagioli di Casalbuono e quelli di Controne, esclusivamente prodotti nel Cilento e nel Vallo di Diano, il parco naturale indicato dall'Unesco come patria della Dieta mediterranea lo scorso anno.
Casse spedite ogni giorno a Buckingham Palace che, inevitabilmente creeranno la febbre dell'imitazione tra i sudditi di sua maestà. Prepariamoci, allora, a domande oceaniche e a prezzi in salita, ma anche a una grande attenzione a tutti i prodotti alimentari della Campania. Kate Middleton, maniaca delle diete, dalla Dunkan prematrimoniale consigliata da un medico francese, a quella fai da te pregravidanza per ingrassare a base di snack, pare che abbia scelto quella mediterranea su consiglio di Michelle Obama, che alla Casa Bianca ne ha fatto un vero e proprio must. La principessa e la First lady sono due testimonial d'eccezione che faranno senz'altro bene ai prodotti campani proprio nell'anno più nero dalla nascita della filosofia cilentana del vivere bene partendo dalla tavola. Basta pensare alla proposta del vecchio governo di trasferire il vertice internazionale sulla Dieta mediterranea che si tiene ogni anno, dal Cilento a Lampedusa o le parole dei biologi e nutrizionisti che nell'ultimo vertice tenutosi a Castellabate avevano decretato il de profundis della leggenda enogastronomica nostrana.
«La dieta mediterranea? E' morta», aveva detto il nutrizionista Antonio Vacca, nel settembre scorso. «Non perché non funzioni ma perché non esiste più. Non c'è», si era affrettò a spiegare di fronte alle proteste. «Ho voluto svegliare un po' il clima — spiegò poi — perché sono allarmato dai dati che raccolgo. Per esempio per cardiopatie e obesità la Campania è tra le prime regioni in Italia». Un modo per ribellarsi alla dittatura delle merendine e dei cibi precotti. E riportare in primo piano l'importanza della genuinità nel vivere bene, come dimostrò negli anni Cinquanta lo scienziato americano Ancel Keys, quando studiò la popolazione del Cilento scoprendo in quel mondo rurale la quasi totale assenza di malattie cardiovascolari. L'olio, i fagioli, i carciofi, i formaggi, il pane e la pasta. Il giusto equilibrio di una dieta povera che nonostante tutto donava una salute di ferro a chi la praticava, non per scelta ma per povertà.
Espedito Vitolo
21 novembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA